lunedì 6 giugno 2011

Letti per voi. Amalia Maria Amendola, Come presentare una proposta editoriale. Trucchi e consigli per farsi pubblicare, Bel-Ami Edizioni, 2011

Amalia Amendola, Come presentare una proposta editoriale. Trucchi e consigli per farsi pubblicare, Bel-Ami Edizioni, 2011.

Se un autore (narratore, saggista o che altro) mette la parola “fine” al suo lavoro e crede di aver terminato una grande fatica, si sbaglia. La fatica deve ancora cominciare ed è quella di trovare l’editore che sia disposto a pubblicare “il capolavoro”.

E’ questo l’avviso che inoltra Amalia Maria Amendola con un libro dal titolo intrigante e per certi versi impertinente. Perché infatti, non solo enuncia le modalità per formulare una proposta editoriale (Come presentare una proposta editoriale), ma sottotitola sorniona (Trucchi e consigli per farsi pubblicare).

Non è mistero che l’editore sia un animale inafferrabile e bizzarro, ma scoprire, grazie a un libro, per filo e per segno il pensiero complicato e discriminante dell’editore, appunto, e farsi guidare, sempre grazie allo stesso libro, nella formulazione della proposta editoriale, è cosa interessante, oltre che utile.

La proposta, stando a quanto ci svela Amalia Maria Amendola, non è un semplice inviare l’inedito all’editore, cartaceo o multimediale che sia, con la certezza che, proprio per essere un capolavoro, il nostro testo si metta a fare la danza del ventre sulla scrivania dell’addetto alla lettura e lo conquisti. Proprio no. E’ un percorso complesso, ragionato e intelligente, orientato a intercettare l’attenzione, il gusto e l’interesse dell’editore, che è influenzato da una molteplicità di variabili. Infatti l’obiettivo fondamentale, e forse il più difficile da raggiungere, è fare in modo che l’editore si accorga di voi”, considerando “a. la mole di opere inediti di autori sconosciuti che ogni giorno giungono in redazione; b. la concorrenza tra editori, che pubblicano tanto, sperando di vendere altrettanto; c. lo scarso peso dato in Italia alla lettura.” (pag. 3)

Davanti a questa difficoltà l’autrice chiarisce, commenta, consiglia, illustra con la competenza che le deriva dal suo corso di studi (Laurea in Lettere e Master in Editoria Cartacea e Multimediale) e dalle sue attuali attività (collaborazione presso Mondadori Education e dottorato di ricerca in Scienze del Testo presso L’Università degli Studi di Siena). Si sofferma sulle insidie del mercato editoriale che è una delle variabili che maggiormente influenzano l’editore e poi, passo passo, guida alla redazione della proposta editoriale che dovrebbe essere costituita da una serie di elementi variabili anche in base al genere di scrittura. Ad esempio per una fiction è sempre opportuno inviare tutto il testo, per un romanzo di genere basta una sintesi e uno stralcio di testo, per un saggio può essere utile un’ipotesi di lavoro. Non deve mai mancare la lettera di presentazione e via via il discorso si estende all’indice, al target di riferimento, al numero approssimativo di pagine, alle notizie sull’autore e quant’altro.

Ovviamente possono arrivare anche molte risposte negative: basta non farsi scoraggiare.

L’autrice passa poi ad analizzare la possibilità, o forse la necessità, che l’autore diventi promotore di se stesso, che si dichiari, e lo sia effettivamente, disponibile ad andare in giro a presentare il proprio libro in librerie e fiere, che si procuri recensioni e qualsivoglia occasione che garantisca la visibilità alla sua creatura.

L’analisi si estende anche al mondo del libro che ruota intorno al processo vero e proprio di produzione concreta del libro, in quanto oggetto. Si tratta delle agenzie letterarie, dei service editoriali, delle fiere del libro, delle scuole di scrittura creativa, di premi e concorsi letterari, dei siti web dedicati, riviste, giornali, Radio e Tv.

Appropriata e ricca anche la bibliogafia.

E’ un lavoro puntuale e complesso, un saggio, che si estende in n.6 capitoli e per un n. di 96 pagine, e che risulta essere un testo di lettura piacevole in quanto affidato ad una prosa di facile comunicazione dove la semplicità non è semplicismo incolto, ma frutto di mirata concretezza e di pregevole energia.

Luciana Gravina

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