venerdì 3 novembre 2017

Il mio recente libro di narrativa. 9 racconti eccentrici

Uno stralcio

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 ...........  mentre il funzionario dell’acea si piegava di lato per estrarre qualcosa dalla cartella che aveva appoggiata in terra accanto alla sua sedia e spingeva nel frattempo gli occhi verso i miei piedi (o i miei sandali?) posizionati sotto il tavolo, sguardandoli a lungo.
Mi venne naturale fare, a occhio e croce, il punto della mia situazione pedestre: piedi senza calze, perché si era a maggio inoltrato, portati sotto gonna lunga, curati per recente pedicure, in sandali di discreta eleganza e di un mio stile preferito e cioè “alla francescana” che sarebbe a due fasce orizzontali a tenere bene il piede e cinturetta con fibbia che corre dietro il tallone passando da un lato all’altro del piede stesso, tacco basso, color marrone scuro come ne avevo portati tanti nella mia vita e come continuo a portarne, anche perché, dopo la frattura alla caviglia sinistra, sono capitolata sul “francescano bene” interpretato da dott. Shöll, Pescura, Sanagens e altri, acquistabile in farmacia.
Lo sguardo gettato ai miei piedi non era stato né lungo, né impudico, né intrigante, né curiosante, né immorale, né impertinente, né forzato, né sconcio, né volgare, né intraprendente, né insolente, né offensivo, né ammiccante, né... Sembrava piuttosto una sguardata involontaria che, però, aveva avuto il potere di collegare la propaggine fonica di cui dicemmo, e cioè la voce del funzionario dell’acea, appoggiata all’apertura esagerata delle vocali che lo inscriveva immediatamente in un quadro di origine meridionale (Sicilia, Calabria, Basilicata), ad una denominazione arcaica dei sandali e cioè alla parola “calzari”.
Avevo sempre abbinato i calzari agli dei e agli eroi. Mercurio, messaggero degli dei, svolazza da una parte all’altra del mondo omerico agitando il caduceo, in virtù dei suoi calzari alati.
Spesso i destinatari dei suoi messaggi ne avvertono la presenza, prima ancora di vederlo, perché sentono nell’aria le vibrazioni dei suoi calzari alati e cominciano ad agitarsi.
Perché il più delle volte porta i rimproveri di quel rompiballe di Giove che lo invia a richiamare gli uomini agli obblighi del loro destino, come quando lo spedì presso Enea, quel fannullone che si era parcheggiato con tutto il suo popolo a Cartagine e si scopava la regina Didone: si era dimenticato.........

(Da Le scarpe, se dette calzari, sono altro, 9 racconti eccentrici, AltrEdizioni, 2017)  


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