venerdì 12 ottobre 2012

Roseward, Fantasmi e paure, Il giro di vite oltre Britten e James, Altredizioni, 2012 alla Fiera del Libro di Spoleto.


Questo libro che ho presentato il primo settembre  alla fiera del libro di Spoleto
propone un tema inquietante: quello del mistero dell'uomo dopo la morte.
Mi ha intrigato molto e vi posto la relazione che ho tenuto in quella sede.

Roseward, Fantasmi e paure, Il giro di vite oltre  Britten e James, Altredizioni, 2012
Il primo titolo della collana  Telos Eisioteo di Altredizioni  enuncia di per sé la complessità dell’argomento in quanto attinente a due condizioni umane primordiali e problematiche quali la paura e l’inquietudine del post mortem.
Questi Temi vengono esplorati in un’opera proposta da due autori quanto mai problematici in generi diversi, James, narratore  e Britten, musicista, ma che hanno ispirato anche molti cineasti come Jack Clyton, Peter Weigl, Ben Bolt,  Katie Mitchel, Tim Fywell e alludo ai film direttamente riferiti all’opera in questione, glissando su quelli che ne hanno tratto soltanto ispirazione.
Nella Prefazione il curatore, Edoardo Ciampi,  espone subito una dichiarazione di metodo; enuncia cioè la prospettiva entro la quale intende analizzare l’opera che è quella esoterica, chiosando in primis (pag. 7) il termine “esoterico” in quanto “ciò che è interno (come principio di ciò che è esterno e complementare), mentre il senso anagogico fa riferimento ad un intimo significato spirituale, “ciò che viene elevato”).
L’approccio anagogico chiarisce ed è in linea col “telos”, la finalità della collana editoriale che è un invito all’accostamento al Mistero inteso nella sua pura etimologia che è “mysterion” in cui la radice “mu” indica la bocca chiusa, il tacere, il silenzio, a protezione di ciò che è indicibile, ma intellegibile.
Emerge subito che la maggior fonte di riferimento dell’autore è René Guènon, il filosofo contemporaneo che ha dedicato molti suoi studi alle Tradizioni e d’altronde l’autore stesso ha all’attivo una pubblicazione su Gli esegeti della Tradizione, pubblicato con Terre sommerse.
Dunque la cifra interpretativa è decisamente lontana dalle esegesi che la critica contemporanea chiude nel cerchio limitato della sfera mentale,  psichica e razionale, ignorando l’unità spirituale che è al fondo di un’opera d’arte e che si serve del linguaggio estetico per veicolare il senso profondo del Mistero.
Nell’Introduzione l’autore enuncia le altre finalità della ricerca in atto. Così emerge a pag. 29: “Lo studio comparato di un’opera lirica e la sua fonte letteraria, ha il fine di portare alla luce quegli arricchimenti, o le eventuali entropie (che il processo di traduzione  di un testo narrativo in quello drammaturgico necessariamente comporta) che altrimenti rimarrebbero probabilmente nascosti al fruitore. Scegliere poi un testo complesso  ed enigmatico come Il giro di vite, comporta di per sé un particolare rischio: quello di un’analisi critica moderna, che nella sua ricerca spasmodica di svelare ‘tutto’, possa addirittura finire per sfinire il tutto.
Obiettivo chiaro e consapevole che denota innanzitutto una considerevole igiene mentale, degna della migliore Accademia in virtù della quale Ciampi affronta tutto il corpus del trattato passando attraverso le fasi di rito, tra le quali l’analisi dell’opera letteraria e del suo autore, Henry James, e quella di un Britten drammaturgo fortemente coeso con la dimensione di operista.
Ciò avviene attraverso un percorso comparato non solo del processo di genesi delle due opere, ma anche dei numerosi interventi critici stabilizzati soprattutto sul dualismo intimistico e psicanalitico.
A questo dualismo il Nostro oppone metodo e modus che è quello di un intellettuale che si muove dentro la filosofia delle Tradizioni iniziatiche, privilegiando l’ Ermetismo  e proponendo una ricerca nella Via dello Spirito.
Si tratta sicuramente di un testo complesso che, per il suo formato, cosiddetto “tascabile”, tende a cogliere un lettore inopinantem, cioè che non se l’aspetta, ma che poi resta coinvolto, sedotto nel senso “barthesiano, dalla lettura.
E’ inoltre un testo pregevole per la ricchezza della chiosature, che propone un tale complesso di note da potere esplicare una vera e propria funzione di indottrinamento.
L’attribuzione formale  a Roseward fa riferimento al “ristretto gruppo di persone dedite a studi di arte tradizionale e metafisica”, ma ritengo (e auspico) che per il suo valore illuminante questo lavoro possa raggiungere un pubblico ben più ampio.
                                                                   Luciana Gravina



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